Borgo affascinante della Val di Cecina, tra castelli, chiese e panorami unici. Querceto è storia, arte e bellezza toscana tutta da scoprire.
Querceto: un nome che affonda le sue radici nella suggestiva etimologia floreale medievale (VIII-X secolo), e che ancora oggi evoca la forza e la bellezza di questo luogo immerso nella Val di Cecina.
Fin dall’antichità, Querceto fu un castello di grande importanza, tanto da fornire circa 600 armati al Comune di Volterra. Le sue vicende storiche si intrecciano con quelle dell’intero territorio: prima sotto il controllo dei Vescovi di Volterra – come attestano i diplomi imperiali di Enrico VI (1186) e Federico II (1224) – poi sotto il dominio diretto del Comune volterrano, cui gli abitanti si sottomisero volontariamente il 20 agosto 1252.
È tuttavia probabile che il castello di Querceto sia passato sotto l’influenza di Firenze ancor prima di Volterra e degli altri comuni vicini.
La sua rilevanza militare fu confermata nel 1431, quando venne conquistato dalle truppe del Duca di Milano, guidate da Niccolò Piccinino.
Nel 1447, il borgo fu acquistato dalle truppe di Alfonso Re d’Aragona e di Napoli: fu allora che le abitazioni vennero completamente distrutte, lasciando intatto solo il castello. Ebbe così inizio un lungo periodo di decadenza e abbandono, che si protrasse fino al 1472, anno in cui gli abitanti di Querceto giurarono nuovamente fedeltà a Firenze.
Da allora, sotto il dominio fiorentino, il borgo venne inserito nel Vicariato della Val di Cecina.
È al 1543 che risale la Signoria degli attuali Conti Ginori, i cui legami con il borgo si protraggono fino ai nostri giorni.
Oggi, Querceto colpisce per la sua autenticità e il fascino senza tempo.
Il castello domina il paesaggio, ma sono anche le antiche case e la Chiesa di San Giovanni Battista a raccontare, in silenzio, secoli di storia.
All’esterno, la chiesa conserva l’originale rivestimento a filaretti di piccole bozze arenarie. L’interno sorprende per la sua iconografia inconsueta: una navata unica che si espande in due campate laterali, dando vita a una pianta a croce. L’abside originale è stato sostituito da una scarsella rettangolare.
Dettagli preziosi arricchiscono l’edificio: i simboli dell’aquila e del leone, rappresentazioni di due evangelisti, sono scolpiti con grande maestria ai lati del Redentore fanciullo, sul capitello della semicolonna della navata di destra. A completare il fascino della chiesa, un ampio affresco dell’abside, opera recente del pittore Luciano Guarnieri, che aggiunge un ulteriore tocco di bellezza a questo scrigno di arte e spiritualità.